"Al tentativo di stabilire una qualche forma di rapporto con la memoria del nonno gerarca, seguendo strade che ā moralmente, politicamente, storicamente, familiarmente, umanamente ā si fanno via via piuĢ sdrucciolevoli, Lorenzo ha dedicato un libro cui ha lavorato per molti anni [...]. Ed eĢ un libro importante percheĢ, nel tentativo di capire quel āgorgo di cultura e violenza, rivoluzione e potereā che ha spinto Alessandro Pavolini a fare alcune cose e a non farne delle altre, nel tentativo di decifrare quella brama di azione, piena di ebbrezza e alle volte tragicomica, che porta a cavalcare la tigre delle dittature, o della Storia sotto le sembianze della violenza politica, fino a non poterne piuĢ scendere, se non davanti a un plotone di esecuzione, lāautore ci restituisce i brandelli di una āautobiografia della nazioneā novecentesca che ancora ci inquieta. Non solo: ci dice anche qualcosa sul modo di entrare in contatto con tutto questo, avvicinandosi alla tigre, ma restandole solo accanto, non cedendo alle sue lusinghe, alle sue ipocrisie, al suo mantra ideologico." (Dalla postfazione di Alessandro Leogrande).